The China Study: il salvavita

lunedì 12 dicembre 2011

Shank Prakshalana: puliti dentro per essere sani fuori

Per essere puliti dentro, oggi, non basta fare plin-plin. 
Sta mattina mi sono svegliato, mi sono alzato dal letto, capatina al bagno, poi lavaggio di denti ed una bella doccia. Mi asciugo, poi mi guardo allo specchio. Beh la bellezza del riflesso è opinabile, ma la bruttezza della lingua è oggettiva: colore grigio-giallastro. Anche senza essere un medico l'esclamazione viene spontanea: "Non è sano sto colore!". Infatti la lingua dovrebbe avere un bel colore rosato, lo sanno tutti!
Però è giusto, infatti mi sono lavato fuori meticolosamente, ma la "pelle interiore" è zozza, piena di residui indesiderati e tossine che dal VERO interno del corpo tenta di uscire attraverso le mucose (pelle interna, per così dire). Eh si, perché ricordiamoci che il lume del tubo digerente è "il fuori" del corpo, cioè viene a contatto con elementi esterni. Mentre ciò che è interno si trova fra pelle e mucosa. La mucosa è un tutt'uno, come la pelle, quindi se la lingua è brutta... è brutto anche il resto.
Cacchio! E adesso? come mi lavo dentro? Uno spazzolone non è ne comodo ne piacevole. Il clistere è semplice ma lava solo l'ultima parte dell'intestino: il colon. L'idro colon terapia è invasiva e costosa. Adottiamo allora una bella tecnica antica e collaudata di Yoga indiano per un lavaggio profondo e completo, lo Shank Prakshalana (o Prakshalan).

La tecnica, sommariamente.
Questa tecnica, che conosco decisamente bene, l'ho applicata diverse volte con "viva e vibrante soddisfazione"!    In breve la procedura consiste nel bere dell'acqua tiepida a 37-40°C salata al 6-10% circa (concentrazione fisiologica) alternando l'ingestione con degli esercizi molto semplici di Yoga. Tali esercizi hanno lo scopo di creare quel movimento interno dell'apparato digerente in modo da favorire il deflusso dell'acqua lungo tutto il tubo: dall'ingresso all'uscita. Si ripete la procedura fino a riempire il sifone che crea naturalmente l'intestino crasso, quindi riempiendo la parte ascendente, quella trasversa e quella discendente. Una volta che il sifone si attiva, l'acqua che esce dall'orfizio anale si trascina dietro quella che la segue, rendendo il flusso continuo.
La tecnica la potete approfondire facilmente con alcune risorse on line abbastanze dettagliate e guardando questo filmato semplice anche se in russo (basta imparare i movimenti degli esercizi). 


Riporto per amor di completezza  un set di immagini che spiegano gli esercizi, con l'ultimo movimento alternativo descritto anche nel documento linkato, ma che non è di immediata comprensione:

 


In alternativa a quest'ultimo esercizio, per chi ha le ginocchia delicate, suggerisco di eseguire quest'altro movimento, più comodo e meno stancante. NOTA: attenzione nell'immagine che segue la gamba alzata è sbagliata. Cioè è che la spalla opposta che va verso il ginocchio alzato. La posizione da seduti è corretta, ma è il verso della rotazione rappresentato in figura che è sbagliato.

Visto che informazioni sull'applicazione della tecnica ne trovate quante ne volete sul web, compresi filmati in varie lingue e spiegazioni, voglio condividere con voi il frutto delle mie esperienze, vero valore aggiunto.

Il valore aggiunto.
Quindi come blogger che vuole dare un valore aggiunto alla pratica, sto per dispensare "saggi consigli" e "suggerimenti preziosi" affinché tutto si svolga facilmente e bene.
La prima cosa da tener presente è di non tener presente le quantità descritte nelle descrizioni che trovate in giro sul web. Il numero di bicchieri per attivare il sifone, il tempo stimato per completare tutta la tecnica, ecc... sono completamente soggettivi. Dipendono dalla dimensione dell'intestino, dal suo grado di riempimento, dall'elasticità dei tessuti, dalla mobilità, ecc. Prendetevi TUTTO il giorno (meglio domenica), perché se iniziate sul mattino presto, le 8:00, andrà via tutta la mattina per l'esercizio ed il pomeriggio per riposarsi e lasciar riposare l'organismo. 
Per agevolare la tecnica, però posso suggerire i seguenti accorgimenti:
  1. Il giorno prima, mangiate solo frutta, meglio se molto liquida. Questo alleggerirà il carico dell'intestino prima del "grande svuotamento".
  2. La sera prima, cenate sul presto, tra le 18:00 e le 19:00, meglio se solo con frutta fresca. Questo darà più tempo al cibo di arrivare più in fretta nel tratto intestinale, agevolandone l'uscita al mattino dopo.
  3. Appena svegli, se potete, andate subito al bagno, per eliminare la parte più avanzata dei vostri rifiuti organici. Se avete tipicamente problemi in questo tipo, suggerisco un mini-clistere preparatorio.
  4. L'acqua da bere DOVETE tenerla sempre tiepida (37-40°C), perché se si raffredda mandarla giù è molto molto più difficile. Per fare ciò procuratevi un termometro con il quale misurare la temperatura dell'acqua.
  5. Fate in modo di non interrompere gli esercizi (ad esempio per scaldare e preparare altra acqua), altrimenti l'acqua un po' alla volta potrebbe essere in parte riassorbita dalle mucose, quindi farete nella pipì, fallendo così l'esercizio. Se potete fatevi dare una mano da qualcuno che vi scaldi l'acqua.
  6. Chi ha ferite all'intestino, lacerazioni, ulcere, tumori, emorroidi, infiammazioni, ecc. è dispensato dal fare quest'esercizio. Capite bene che acqua e sale su delle ferite potrebbe provocare quanto meno dolori e bruciori. In questi casi bisogna applicare altre metodologie.
  7. Nella tecnica che trovate in giro, e che ho applicato anche io, viene detto di non bere fino a quando non si interrompe il flusso del sifone (giustamente) e si introduce un po' di cibo. Aspettare il primo pasto può sembrare logico, ma opinabile, in quanto l'acqua dolce viene comunque assorbita dalle mucose, finisce nei tessuti e poi filtrata dai reni. Quindi comunque non farà ripartire il sifone.
  8. Per il primo pasto viene detto di ingerire riso stracotto. Io dissento, in quanto tanta fatica per ripulire l'intestino e poi introduciamo cibo che crea muco?! meglio delle verdure cotte molto morbide, (con poche fibre), niente leguminacee, niente formaggi, ecc. Bisogna evitare la fermentazione. Alternativamente potete ingerire della frutta, sempre poco fibrosa e poco zuccherina.
  9. Per qualche giorno (3 o 4) al mattino prendete dei fermenti vivi, meglio se non allevati nel latte, per ricostruire la flora intestinale, in quanto dopo lo tsunami parecchi batteri li avremo persi.
  10. State tranquilli se la prima volta l'acqua non diventa bella chiara chiara, perché le incrostazioni sono antiche e profonde, quindi aspettate di farne almeno due o tre per avere l'acqua in uscita cristallina.
  11. In ultimo ripetete la procedura almeno una volta l'anno, meglio se ogni 6 mesi in primavera ed autunno.
Bene anche sta volta sono arrivato al termine. Per i prossimi post sto preparando dei ragionamenti un po' "strani". Vediamo cosa ne pensate.
Con affetto, il vostro Discepolo scrittore.

domenica 20 novembre 2011

Ma fatti un clistere!

Il titolo potrebbe non essere una offesa, ma un augurio di grande salute!

Altro argomento tabù sono i clisteri. Eh si, perché infilarsi una cannula la dove non batte il sole è considerato umiliante da qualcuno, eppure fin dai tempi degli antichi Egizi, il clistere era considerato uno strumento per la propria salute. Infatti tra gli animali "sacri" vi era l'Ibis, animale dal becco lungo e ricurvo con la capacità di potersi auto-eseguire dei lavaggi intestinali.

Ma andiamo con ordine. Perché l'intestino dovrebbe essere pulito? non è fatto apposta per "sporcarsi"? dipende! Il cibo che normalmente si mangia, pane, pasta, carne, pesce, uova, latte e latticini, tendono a creare molto muco intestinale, che con il tempo si incrosta alle pareti dell'intestino creando una costipazione cronica, anche se si è regolari! Tale situazione fa sì che le tossine vengano reintrodotte nel flusso sanguigno riassorbite dalla mucosa intestinale, dandoci uno stato di intossicazione (tossemia) cronica... da cui le malattie.
Le tecniche per avere un'igene interna (oltre che esterna) sono diverse: idro-colon-terapia, ShankPrakShalana (pratica indiana di Yoga) ed il semplice clistere.
Per l'idro-colon-terapia non sono daccordo, in quanto va adottata una macchina, più o meno complicata, potenzialmente pericolosa, a pagamento, per ottenere il medesimo risultato delle altre due tecniche.
Quindi escludo l'argomento idro-colon-terapia, per ora, ed andiamo a parlare del clistere, ed al prossimo post dello shankprakshalana, che sono semplici, efficaci e gratuite! ...e poi volete mettere prendersi la responsabilità delle proprie cure, anziché affidarsi a terzi come al solito?!

I Clisteri.

I clisteri si eseguono con una piccola attrezzatura economica che si acquista in farmacia. La preparazione è molto semplice. Si possono eseguire con varie miscele. Personalmente mi sento di suggerirne 2: con la camomilla e con il caffè. La preparazione è molto simile, ma vediamo nel dettaglio:
  1. Far bollire 500 ml di acqua (meglio se di buona qualità -magari filtrata- e se in bottiglia meglio se di vetro). Come miglioria, se riuscite a portare l'acqua a soli 80 gradi centigradi, riducete la possibilità di leucocitosi.
  2. Introdurre per alcuni minuti (da 4 ad 8 minuti) 4 bustine di camomilla o 4 cucchiai-da-minestra di polvere di caffè entrambi rigorosamente BIOLOGICI.
  3. Quindi filtrare e versare il contenuto in 1500 ml di acqua a temperatura ambiente. La somma delle due temperature dovrebbe dare una temperatura finale di circa 37-40 gradi Centigradi. E' importante che il clistere abbia circa la temperatura corporea, per non causare ustioni o shock termici all'apparato intestinale. Quindi verificare la temperatura col polso (come si fa per i biberon dei neonati).
  4. A questo punto versare con cautela la miscela nel contenitore del clistere da 2 litri. Per farlo appendete il contenitore, mantenendo il rubinetto chiuso... mi raccomando!
  5. Ora svuotare la cannula dall'aria, aprendo il rubinetto e poi richiudendolo.
  6. La base del clistere deve necessariamente stare al di sopra del vostro bacino quando sarete stesi, ma non troppo in alto. Quindi se vi sdraiate per terra posizionare il clistere con il gancio a circa un metro d'altezza.
  7. Dotarsi di orologio e di una lettura interessante.
  8. Stendersi sul fianco destro in posizione fetale. Questo serve a lasciare in alto il tratto discendente dell'intestino, per facilitare il deflusso del liquido, e così riempire tutto l'intestino crasso.
  9. Qui è importante, come dicevo, verificare che il fondo della sacca del clistere superi l'altezza del fianco non meno e non più di 5-10 cm, altrimenti riposizionarlo prima di iniziare. Il clistere funziona con il principio dei vasi comunicanti, da tener presente.
  10. Introdurre la cannula, aprire il rubinetto e far fluire l'intero contenuto del clistere nell'intestino.
  11. Il tutto durerà pochi minuti. Durante tale pratica ci saranno delle contrazioni. Bisogna stare calmi, massaggiarsi l'intestino con la mano, e respirare tranquillamente. La contrazione passerà in fretta. 
Terminato il liquido del clistere, chiudere il rubinetto, estrarre la cannula ed attendere almeno 15 minuti, sempre sdraiati magari leggendo un buon libro o semplicemente riposando.
Poi con calma (attenzione alla pressione arteriosa) rialzarsi e sedersi. A questo punto....VIA! ed il gioco è fatto. La cosa andrà avanti per qualche momento ma si esaurisce abbastanza in fretta.
Potrebbe restare del liquido nell'intestino, sul lato destro. Tutto ok, massaggiarsi affinché il liquido venga espulso, oppure sdraiarsi nuovamente a terra a pancia in su. Puntare i piedi e sollevare il sedere. Attendere 10 secondi, ruotare sul fianco sinistro ed aspettare altri 5 secondi quindi alzarsi dal lato sinistro e tornare al gabinetto. Ripetere una paio di volte e tutto sarà svuotato... o quasi.

Quale scegliere.
Quello alla camomilla è ripulente e decongestionante. Si può fare prima del digiuno. Durante il digiuno invece si può fare soltanto con acqua preparata come sopra ma senza "infusione" (niente camomilla o caffè).
Quello al caffè e drenante del fegato, questo perché alcuni componenti del caffè fanno dilatare i dotti biliari, favorendo il rilascio della tossemia da parte del fegato. In questo caso da fare magari 4-5 giorni prima del digiuno oppure dopo. Altrimenti le tossine non vengono espulse dall'intestino e vengono riassorbite perché va tutto in stand by...

Quando farli.
Provatelo quando avete la dissenteria! e voi mi direte: "ma sei PAZZO!!!" fermi fermi. Riflettiamo un secondo, se hai la dissenteria il corpo sta cercando di eliminare qualcosa che non va bene attraverso l'intestino. Se voi gli remate contro con un "tappo", fisico o chimico, non è che fate bene al vostro organismo. Invece andate nella sua stessa direzione... un bel clistere e tutto passa in un attimo. Garantisco.
Se ripetete clisteri per diversi giorni consecutivi per una vera e profonda pulizia, ricordate di assumere fermenti lattici per ristabilire un po' la flora batterica. Come dicevo potete farli prima, durante e dopo il digiuno, con le accortezze riportate.

Bene anche questo post (un po' lunghetto, ammetto) è finito. Sono certo della sua utilità, e spero di leggere qualche vostro commento a riguardo.
a presto e... fatevi un clistere, va là!

domenica 30 ottobre 2011

Oggi digiuno! (Parte II)

Rieccoci pronti a proseguire alla scoperta del digiuno terapeutico.

La legge mi obbliga, giustamente, a ricordavi che non sono un medico, e che le informazioni presenti su questo blog sono solo a titolo informativo. L'uso di queste informazioni sono solo di responsabilità del lettore. Nel dubbio rivolgetevi sempre al vostro medico di fiducia.

Ed ora iniziamo. Dopo l'introduzione al digiuno del precedente post, mi sembra giusto darvi alcune istruzioni per chi volesse, sotto la propria responsabilità, provare un digiuno auto gestito. Prima però alcune precauzioni. Chi prende medicine per terapie continuative (pillole per pressione, pillole per colesterolo, ecc...), chi è cardiopatico e chi soffre di una accentuata magrezza, è esortato a non eseguire un digiuno terapeutico. Per tutti gli altri non ci sono controindicazioni.

il digiuno terapeutico si divide in tre fasi principali:
  1. preparazione al digiuno
  2. esecuzione del digiuno
  3. ripresa alimentare
Preparazione al digiuno.
Un paio di giorni prima mangiare solo frutta succosa (meloni, ananas, prugne mature, pesche mature, anguria, succo di limoni, succo di pompelmi rosa, uva, mele, arance, ecc...). Questo permette al cibo dei giorni precedenti di essere espulso senza introdurre altra fibra che fermenterebbe.
Inoltre fornisce molte vitamine ed enzimi utili ai processi del digiuno stesso.
Questo tipo di processo lo chiamiamo "discesa alimentare".
In questa fase, la sera precedente al digiuno o il primo mattino si può eseguire un clistere (lo approfondiremo nei prossimi post) per liberare l'intestino dai rimasugli dei pasti.

Esecuzione del digiuno.Il digiuno si pratica astenendosi COMPLETAMENTE dal cibo e bevendo solo acqua naturale pura a piacere. La durata è a piacere, l'importante è l' ASSOLUTO RIPOSO, che vuol dire letto-divano-letto-divano-letto-divano-...
NESSUNO, dico NESSUNO sforzo fisico muscolare. Se si riesce, una passeggiata all'aria aperta buona e pulita (parco, bosco, spiaggia, ecc.) ma non più di 5 - 10 minuti massimo. Se si fa sforzo fisico, si dirotta l'energia ai muscoli  rallentando così il processo di depurazione. Infatti le energie vengono dirottate dall'apparato muscolo-scheletrico ed apparato digerente, ai processi interni di sopravvivenza ed eliminazione (emunzione).
E' importante sapere che il corpo in questi giorni entra in autolisi, cioè eliminazione di tutto ciò che è inutile, riconvertendolo o espellendolo. L'autolisi, è letteralmente l'auto consumo, ma l'intelligenza del corpo elimina e riusa prima ciò che è in eccesso poi gli scarti.
Non lavarsi con docce o bagni, perché uno shock termico potrebbe far cambiare la pressione e/o bloccare l'autolisi, invalidando così la pratica già fatta. Si va in bradicardia, ed il cuore si sente amplificato. La pressione si abbassa notevolmente. Però è tutto normale. Fare  movimenti lenti e tranquilli, come quando si è influenzati.
Farsi aiutare da un'altra persona può essere utile, che però dovrà astenersi dal criticare, infierire, mugugnare, o altro. Anzi incoraggiare, sostenere amorevolmente, ecc... è molto utile ad avere energie psichiche per arrivare in fondo alla pratica.
Evitare la televisione come la peste bubbonica, soprattutto immagini violente di qualsiasi genere (guerra, battaglie cruente, interventi chirurgici, sangue, morti, ecc.). A queste immagini l'organismo reagisce con meccanismi di allerta e difesa, che sono in contrasto con la pratica del digiuno. Sarebbe opportuno invece fare un po' di meditazione, leggere dei libri leggeri, vedere film rilassanti o commedie divertenti.

Si potrebbe perdere il sonno quasi completamente, o fare sogni "strani" e molto "brutti". Tranquilli, sono le tossine che dai tessuti vengono immesse nel sangue e circolando danno questi effetti collaterali. Passano. Cercare di riposare. Se non si riesce a dormire, leggere o meditare.
Potrebbero insorgere dolori, magari antichi. E' l'elaborazione del corpo per la riparazione del danno. Sembra incredibile, ma è proprio in quel mentre che il corpo guarisce. Anche se fa molto male, tranquilli, passa. Ma nel dubbio sentire il medico, sempre.

Si ha un pessimo aspetto ed un pessimo odore. La lingua è solitamente bianca, grigia, screpolata, ecc...: Lingua rosa=ottima salute, lingua bianca/grigia=molto intossicati. La pancia si scava visibilmente (perché l'apparato è vuoto, quindi poco voluminoso). Per questo è anche necessario tenere sotto controllo il proprio peso. In particolare MAI scendere al di sotto del 25% del proprio peso forma. Quindi un uomo di 70 kg potrà arrivare fino al minimo di 55 kg, quindi deve interromepre il digiuno.
I muscoli si ritirano. Tranquilli è solo il volume, le fibre e le cellule sono sempre quelle. Si rifanno appena si riprendono le attività fisiche normali, tornando ad una elasticità inverosimile.
Prendersi il proprio tempo, tutto il necessario. Citando Ehret "siamo sul tavolo operatorio dell natura", lasciamogli fare il suo lavoro.
Solitamente le durate possono essere di:
  • 3 giorni: digiuno breve. Evidenzia quali sono le "pecche" del nostro organismo, e comincia una prima autolisi. Non è risolutore se non per questioni semplici.
  • 7 giorni: digiuno medio. Già è di una certa importanza, si interviene anche su patologie regresse importanti. L'ordine in cui il corpo risolve le questioni non è l'ordine che vorremmo noi. L'organismo ha la sua intelligenza, quindi fidatevi del vostro corpo.
  • 15 giorni o più: digiuno lungo. Qui la cosa si fa seria. E' un digiuno importante, atto a scoperchiare un vaso di pandora, quindi potrebbe essere veramente tosto. Il mio consiglio è di farlo assistiti da persone esperte che conoscono le dinamiche del digiuno.

La ripresa
Durante la ripresa alimentare, il corpo resta comunque in autolisi, quindi è parte integrante del digiuno stesso. Va eseguita con la massima attenzione. Una regola semplice è: la ripresa alimentare dura quanto il digiuno. Quindi:
3 giorni di digiuno=3 giorni di ripresa.
7 giorni di digiuno=7 giorni di ripresa.
15 giorni di digiuno=15 giorni di ripresa.
...e così via
Per digiuni brevi (per es. 3gg) si può procedere così:
1° giorno
La ripresa inizia con dei succhi di frutta bevuti al mattino. A temperatura ambiente, rigorosamente. Poco per volta e per quanto si riesce. Berli poco ma anche 1 all'ora. Sempre freschissimi s'intende!
2° giorno
si possono mangiare dei frutti molto molto succosi: melone, anguria, pesche molto mature, uva, arance, ecc. Sempre poco ma spesso a piacere. Si può alternare ad un'ora di distanza con dei succhi
3° giorno
frutta succosa e fibrosa dal mattino (ananas, albicocche, mele, pere, ecc.)
alla sera la prima verdura cotta, così è più morbida.
4° giorno
verdure cotte e crude e frutta
5°giorno
ripresa degli alimenti normali, con moderazione e progressione.
Un digiuno di 3 giorni è facile nell'esecuzione e nella ripresa. è praticamente solo un piccolo riposo. Digiuni più lunghi vanno monitorati e seguiti attentamente, soprattutto nella ripresa molto più lenta e graduale.
E' importante capire che la ripresa alimentare è potenzialmente pericolosa. Se si digiuna per 15 giorni e poi date al vostro apparato digerente una bistecca da elaborare, capite bene anche da soli che il fisico ha uno shock così grave che sarete morti in brevissimo tempo. Il digiuno è sicuro ma la ripresa è pericolosa, quindi va eseguita con rigore, autocontrollo, buon senso e conoscenza.

Bene anche per questa volta vi ho raccontato un po' di cose. Per dubbi o domande, non esitate.... scrivetemi!
Bye Bye

lunedì 10 ottobre 2011

... sto morendo di fame!

Inizio con le mie più sentite scuse per questa lunga assenza, ampiamente giustificata da: vendita della casa, trasloco e trasferimento, sistemazione del nuovo appartamento e non ultimo maggiori responsabilità sul lavoro.
Ma bando alle "pance" e ripartiamo subito con un argomento un po' tabù: il digiuno. Altri argomenti mi giravano per la testa, ma ho deciso per questo perchè è arrivato l'autunno, periodo di disintossicazione per eccellenza. Cosa?!? fa male!? si può morire!?! Certo di fame, ahimè, nel mondo muoiono troppe persone, ed uno dei motivi principali è che ci sono altre persone che muoiono di troppo cibo, oltre a buttare quello in eccesso (deprecabile). Comunque, torniamo al digiuno, che è ben diverso dall'inedia. Morire di inedia, vuol dire arrivare allo stato di denutrizione massimo, digiunare invece è una cosa straordinariamente meravigliosa parte di un processo di autoguarigione eccezzionale.

La storia.
Fin dalla notte dei tempi molti sono i letterati, gli scenziati, i religiosi, i mistici e chi più ne ha più ne metta, che hanno praticato (e tutt'oggi praticano) il digiuno terapeutico. Un elenco minimo e non esaustivo è: Pitagora, Jehoshua ben Josef (Gesù), San Francesco d'Assisi, Sidharta Gautama, il Mahatma Gandhi, Socrate, Platone, Monaci Buddhisti, Arnold Eheret, ecc. Il processo del digiuno è sempre stato utilizzato anche nelle pratiche religiose come "rito" di purificazione di corpo, mente e spirito (ad esempio digiunare un giorno alla settimana o durante il ramadan) come espiazione dei peccati e facilitare così la riunione col divino. Tra gli uomini (e donne, ovviamente) di intelletto, invece, il digiuno è risultato uno strumento potente per arrivare alla chiarezza mentale. Pensate che Pitagora digiunò per 40 giorni prima dell'esame finale all'università, proprio per avere quella lucidità e quella purezza di spirito necessarie ad affrontare un esame così arduo.

Oggi purtroppo viene associato a proteste, sofferenze, malattie, e morte. Su questo però "sospetto" che a rendere l'idea diffusa della dannosità di tale pratica sia sospinta da chi vuole tenerci sempre e comunque malati. Un sistema che tenta di invetare sempre nuove malattie per vendere sempre nuove medicine. Un sistema fatto di schiavi e dipendeti da droghe sintetiche che poco hanno a che fare con la salute ed il benessere.

La scoperta.
Nella ricerca di uno stato di salute superiore, mi sono messo nella condizione di provare diverse strade, anche quelle a prima vista più ardue. Il digiuno mi si è presentato più di una volta come possibilità terapeutica, ed è con un po di scettica curiosità che ho acquistato il testo di Nicole Boudreau (biologa francese) dedicato all'argomento che mi avvicinò a tale pratica. Leggo il libro tutto d'un fiato. Incredibile. Tutti i processi descritti chiaramente anche per i profani. Le accortezze necessarie, cosa accade prima, durante e dopo il digiuno stesso. una serie di informazioni preziosissime che fanno chiarezza su una pratica da "santoni", che invece anche il più piccolo animale in natura applica per la propria autoguarigione. Eh si! autoguarigione, perché di questo che stiamo parlando. Il corpo, che vi piaccia o no ha enormi capacità di autoguarigione, nel senso che guarisce da solo. Un osso che si risalda, una ferita che si chiude sono esempi semplici di autoguarigione. Se l'organismo non fosse dotato di questo "potere" la razza umana si sarebbe estinta ben prima dei tempi moderni delle medicine, no? L'organismo rispetta leggi naturali ben precise, che gli uomini e la medicina ignorano o negano per interessi economici planetari. Io ho provato e verificato puntualmente tutto quanto avevo studiato prima.

Come funziona.
Certo! Prima di eseguire una pratica potenzialmente pericolosa (così credevo), ho studiato alcuni libri, di autori diversi, che mi dessero le informazioni necessarie a non farmi del male. Quindi mi sono preparato e durante le vacanze estive eseguo un mini-digiuno di 3 giorni. Solo 3 giorni, ma garantisco impressionanti. Il meccanismo del digiuno è il seguente: ingerendo SOLO acqua naturale pura ed evitando ogni cibo solido, l'apparato digerente va in standby. Mancando i nutrienti dall'esterno, il corpo va in autolisi, cioè utilizza tutto ciò che ha a disposizione internamente per continuare a tenere in vita l'organismo stesso. L'energia viene tolta ad ogni distretto non indispensabile (ad es. apparato muscolo scheletrico). Questo è facile da capire. Immaginate l'uomo come una scimmia primordiale, dove il cibo non era disponibile con regolarità tri-giornaliera come oggi. Magari per alcuni giorni il cibo non era disponibile, quindi l'organismo ha il "programma" stadby per consentire all'individuo la sopravvivenza, unico scopo della vita: sopravvivere e riprodurre.
Ma torniamo alla nostra autolisi. Chiaramente il corpo elimina prima le cose inutili come riserve di grasso, cellule morte, ecc. Quello che fa è "smontare" tutto per recuperare quello che serve per restare in vita, ed in questo vengono liberate le tossine accumulate. Grazie all'apporto di acqua, le tossine vengono filtrate dai reni ed eliminate con la minzione: plin-plin. L'odore durante il digiuno è orribile, prova del fato che stanno avvenendo grandi cambiamenti nel corpo, per non parlare della lingua e del fiato. La stanchezza la fa da padrona dovuta alla poca energia ed alla molta immondizia in circolo. Il riposo e d'obbligo, rigorosamente.

Conclusioni.
Si dimagrisce? Si, vistosamente e velocemente. E' il metodo migliore per dimagrire, perché oltre all'eliminazione del grasso vi è il processo di autoguarigione. In più se si sono eseguite pratiche di igene intestinale prima (prossimi post), il ventre risulterà incavato ed impressionante. Dopo i 3 giorni di digiuno, il corpo però sembra di gomma. Muscoli più sottili vero (ma per volume non per perdita di fibre), ma elastici come non mai. Mi sembrava di essere tornato ragazzino, snodato e flessibile, ed ho pensato: se i muscoli sono così, lo sono anche i tessuti, gli organi, ecc. Da un punto di vista mentale, la clama e la tranquillità sono state la norma per qualche giorno.
Ah già e la fame?! i crampi allo stomaco?? la voglia smodata di cibo?? mentirei se dicessi che non si ha voglia di mangiare, ma il trucco sta nel bere acqua ogni volta che si ha fame. Già il secondo giorno la fame sparisce, sempre per il discorso dello standby.
Intanto vi suggerisco i seguneti testi:

Per ora ho terminato, ma il prossimo post è su come eseguire un digiuno terapeutico nel modo corretto, con tutte le accortezze e le precauzioni del caso.
Quindi vi saluto affettuosamente, felice di essere tornato "operativo" sul blog. Bye Bye!

martedì 7 giugno 2011

Antibiotici addio!

La scoperta.
Pur non essendo molto d'accordo nell'adozione degli integratori alimentari, questo piccolo miracolo della natura non dovrebbe mai mancare nelle nostre case. Mi riferisco all'estratto dei semi di pompelmo (Grapefruit Seed Extract - GSE), il più potente antimicrobico naturale esistente al mondo.
Lo incontrai la prima volta seguendo un protocollo per la risoluzione delle intolleranze alimentari, ma ben presto, studiandone le caratteristiche e le applicazioni, mi accorsi che era ben più di un semplice integratore. Infatti il GSE (nome commerciale con il quale lo si trova in farmacia) è estremamente potente nel trattare, per esempio, la Candida Albicans, funghi della pelle, muffe, ecc...
La storia.
La storia di questo piccolo miracolo risale ai primi anni '60 in cui il dottor Jacob Harich di origini jugoslave (ginecologo e immunologo) mentre si gusta il suo pompelmo mastica innavertitamente un seme ... Quel sapore amaro, che di sicuro conosciamo tutti, al Dr Jacob ha ispirato una semplice domanda: "Perché è così amaro?". Secondo me la vera genialità sta nel farsi domande che le persone comuni non si fanno. Comunque sia, il dottore inizia una ricerca per trovare risposta a tale domanda, si trasferisce in Florida (la patria dei pompelmi) e li presto si imbatte nelle meravigliose proprietà dei semi di pompelmo. Ovviamente la FDA lo ostracizza inizialmente le sue scoperte, ma poi ne conferma l'efficacia e l'innocuità.
Le proprietà.
Si esatto, è talmente innocuo che è stato scientificamente provato che per avere il 50% di possibilità di intossicazione si dovrebbe superare di 4000 volte la dose massima giornaliera consigliata per due settimane consecutive.
E l'efficacia? Beh, qui sta il vero miracolo. Nelle tabelle che seguono vediamo come il GSE sia un antibatterico con uno spettro (raggio d'azione) ampissimo, ma la cosa che lascia davvero stupiti è la sua selettività. Contrasta i "cattivi" ma lascia stare i "buoni", quindi la flora batterica ed il nostro sistema immunitario ne viene intaccato solo minimamente. Altro che antibiotici dei miei stivali! Un antibiotico devasta letteralmente le difese immunitarie oltre che la flora batterica, per non parlare di fegato e reni. Non esiste antibiotico di sintesi che superi per efficacia e innocuità il GSE.
Ma veniamo ai dati scientifici. Dal testo Intolleranze alimentari - Le recenti scoperte e la soluzione definitiva riporto queste prime due tabelle che elencano in modo non esaustivo i batteri contro cui è stata dimostrata l'efficacia dell'estratto dei semi di pompelmo:
Già questo è un elenco notevole, pensando poi all'innocuità del rimedio è più che incredibile. Ma proseguiamo con i dati di efficacia tratti dal libro Le incredibili proprietà terapeutiche dei semi di pompelmo:
Come potete notare, il terzo battere dell'elenco è l'Escherichia Coli (E-Coli), contro il quale l'efficacie del GSE è stata dimostrata con dosi minime. Quindi lavare bene la verdura con acqua e GSE, disinfetta meglio dell'amuchina (simile alla candeggina).
dove MIC significa Minimun Inhibitory Concentration, cioè la quantità minima di una sostanza richiesta per inibire la crescita di un microbo in condizioni di laboratorio. In particolare un numero basso come 3 ppm indica una elevata efficacia dell'antimicrobico. Un MIC di 2000 indica una parte di antimicrobico su 500 di soluzione, un MIC di 20.000 parti per milione (1 parte su 50) indica un'efficacia di gran lunga minore. Ma MIC non è la capacità di ucciderne un microbo, piuttosto quella di inibire la proliferazione, che però in applicazioni cliniche indica anche la capacità di eliminazione dello stesso.
Ma come agisce?
Come molte scoperte empiriche il meccanismo di funzionamento non risultò subito chiaro (accadde così anche con l'aspirina, per esempio). Ma l'interesse e la diffusione di questo rimedio ha permesso utilmamente di arrivare ad ipotesi molto interessanti, come quella del dott. Sung-Hwan della Abcom Chemie Co. Ltd., che dichiara: "Considerando tutti i micrografi elettronici, riteniamo che l'assorbimento microbico del GSE altera la membrana cellulare (l'involucro che avviluppa le cellule viventi) inibendo le attività enzimatiche... E' possibile vedere la perdita della membrana citoplasmatica."
E' chiaro, non siamo ancora convinti, allora qualche risultato terapeutico dirimerà gli ultimi dubbi:
da notare che i primi due in elenco sono parte della nostra flora batterica, il loro numero diminuisce, ma l'ordine di grandezza (x10 alla 4^) resta invariato, mentre per gli altri ne diminuisce l'ordine di grandezza. A dimostrazione della selettività del GSE. Incredibile ma vero.
La mia esperienza.
Nella mia esperienza ho testato l'efficacia del GSE sulla candidosi femminile, su funghi della pelle, sulla muffa dei muri, sui batteri dei barattoli chiusi (quelli che danno cattivo odore), ecc. In particolare ho sperimentato più e più volte con vari soggetti l'efficacia sulla candidosi femminle risolvendola in pochi giorni (2 o 3) anche cronica agendo in questo modo: 30 gocce in un bicchiere d'acqua 30 min prima dei pasti (3 volte al dì), lavaggi locali con 10-15 gocce disciolte nell'acqua del bidè. Per aiutare maggiormente il sistema immunitario, si può assumere un estratto di echinacea. Se si vogliono assumere anche fermeti lattici, è necessario tenerli lontani dal GSE, quindi al mattino si prendono i fermenti, ma non il GSE.

Tutte le informazioni qui riportate e lette sono ovviamente da ritenersi SOLO indicazioni informative e NON sono da considerarsi indicazioni terapeutiche. Tali informazioni richiedono comunque un consulto dal vostro medico di fiducia prima di essere applicate.

Bene, spero che queste informazioni le abbiate trovate interessanti e soprattutto utili per il vostro benessere.
Per ora vi saluto e vi aspetto al prossimo post.

PS. In estremis aggiungo una risorsa  online interessante. Ciao.

sabato 16 aprile 2011

Igenismo alimentare: Vaccaro fa il punto della situazione

Mesi fa ho assistito alla conferenza di Valdo Vaccaro a Milano, noto igenista italiano, appassionato, a volte controverso, portatore di un pensiero e di verità scientifiche sconosciute ai più.
Ho trovato il suo intervento su nonsoloanima.tv.
Suggerisco a tutti, ma proprio tutti, di dedicargli questi preziosissimi 35 minuti di informazioni vitali.
Io posso testimoniare in prima persona la valenza dei principi elencati da Vaccaro. Dico sempre: "provare, se funziona funziona! Il resto non conta."
Ed ora vi lascio al filmato. Buona visione.


Codex Veganus from nonsoloanima.TV on Vimeo.

domenica 6 marzo 2011

Ma i medici hanno studiato chimica?

Rieccoci! Finalmente, scusate ma ho dovuto dare l'esame di chimica (inorganica, organica e biochimica...). Adesso però vi devo raccontare le mie scoperte "bio-chimiche". Di seguito riporto un approfondimento del testo "Fondamenti di chimica per naturopati" testo della scuola SIMO di naturopatia scritto da 2 chimici ed un medico, edizioni eNea. Quindi niente scuse, sono informazioni da fonti sicure.


L'argomento di questo post è il colesterolo. E chi lo nega, l'eccesso di colesterolo (alcol steroideo) è pericoloso per arterie ma non solo. E chi si occupa del metabolismo del colesterolo per l'organismo? Il fegato. Quindi vi riporto l' "aprofondimento 14-C - Il colesterolo" di pagina 253 del suddetto testo.

Il colesterolo nel fegato viene impiegato in buona parte per la produzione di bile, liquido di colore giallo verde immagazzinato nella colecisti tra un pasto e l'altro. La bile viene secreta nel duodeno per emulsionare i grassi alimentari e per renderli assorbibili dall'intestino tenue. Sempre grazie al potere emulsionante della bile, essendo insolubile come tutti gli altri grassi, il colesterolo segue il  flusso ematico avvolto in complessi di lipoproteine chiamati chilomicroni, prodotti e assemblati nell'epitelio intestinale durante la fase prandiale.
I chilomicroni inglobano trigliceridi e colesterolo e li veicolano ai capillari del tessuto adiposo e dei muscoli, dove al 90% sono utilizzati e immagazzinati. Le particelle rimanenti vanno  al fegato dove con altri trigliceridi, lecitina, proteine e colesterolo formano le VLDL  (Very Low Density Lipoproteins, lipoproteine a densità molto bassa). Queste percorrono la circolazione sanguigna fino ai siti periferici. Qui le VLDL sono idrolizzate dalla lipoproteinlipasi rilasciando gran parte del loro contenuto di trigliceridi che diffondono nei tessuti per utilizzo o deposito.
Le VLDL si trasformano così in IDL (Intermediate Density Lipoproteins, lipoproteine a densità intermedia), che normalmente non sono riscontrabili nel sangue. Le IDL sono idrolizzate a livello epatico  e convertite in LDL (Low Density Lipoproteins, lipoproteine a bassa densità).
Le LDL, che sono anche dette lipoproteine del colesterolo cattivo, trasportano il colesterolo dal fegato ai tessuti endocrini per la formazione di ormoni, alla pelle per la sintesi della vitamina D, al tessuto nervoso per la formazione delle guaine mieliniche. Le LDL possono trasportare anche tossine liposolubili, sostanze cancerogene e acidi grassi ossidati. Le LDL fuoriescono dalla circolazione e raggiungendo le cellule parenchimatiche del fegato, dove cedono il loro carico di colesterolo, si convertono in HDL (High Density Lipoprotein, lipoproteine ad alta densità).
Le HDL, anche dette lipoproteine del "colesterolo buono" hanno il compito di trasportare il colesterolo in eccesso, o necessario in caso di bisogno, dalle cellule adipose della periferia al fegato. Le HDL con il carico di colesterolo e le tossine liposolubili vengono a formare la bile che svolge la doppia funzione di emulsione dei grassi e di eliminazione delle sostanze nocive nelle feci.
Riassumendo il percorso metabolico del colesterolo può essere il seguente:

fegato/int. tenue --› chilomicroni --› VLDL --› ILD --› LDL --› HDL --› bile --› escrezione.

La formazione di HDL dipende essenzialmente dalla quantità di LDL ed è inibita dall'abbondanza di HDL causata da un insufficiente scarico di bile, ossia da un eccesso di colesterolo che viene riproposto alle cellule.
La densità a cui si fa riferimento parlando delle lipoproteine è legata al loro contenuto lipidico. In particolare la densità è tanto più bassa quanto maggiori sono i trigliceridi racchiusi all'interno della particella.
Possiamo raffigurare schematicamente nella seguente tabella il contenuto dei trigliceridi e del colesterolo nelle lipoproteine.

Il colesterolo deriva sia dall'alimentazione che dalla sintesi endogena. Gli alimenti ad alto contenuto di colesterolo sono quelli di origine animale, generalmente ricchi di grassi saturi come uova, burro, carni, salumi, formaggi ed alcuni crostacei. Circa l'80-90% del colesterolo totale viene prodotto autonomamente dal nostro organismo, soprattutto dal fegato ma anche dal surrene e dalle ghiandole sessuali spiegando il motivo per cui alcuni soggetti, nonostante un'alimentazione equilibrata e un regolare programma di attività fisica, abbiano livelli di colesterolo costantemente elevati. Quando la produzione endogena è fisiologicamente elevata,  come in questi casi, si parla di ipercolesterolemia familiare.
Qualunque sia la sua origine, l'ipercolesterolemia è caratterizzata da una concentrazione di colesterolo nel sangue (colesterolemia) superiore al valore normale. Il colesterolo in eccesso legato a tali lipoproteine tende ad accumularsi sull'endotelio delle arterie, formando aggregati sempre più densi fino a generare delle vere e proprie placche, dette ateromi. Queste placche fanno perdere la naturale elasticità delle arterie e possono causare gravi danni soprattutto al cuore (infarto) o al cervello (ictus).

OSSERVAZIONI

Faccio notare che SOLO nel caso si abbia un'alimentazione equilibrata, cioè che non introduce nemmeno quel 10-20% di colesterolo e che se si fa REGOLARE attività fisica, allora si può parlare di colesterolemia familiare. "Oggi la bistecca, domani la frittata, poi il formaggio, la pizza, il ragù, domenica la grigliata, e poi mi guardo la TV..." sono la norma.


Poi mi chiedo: ma se il colesteorlo è regolato dal metablismo del fegato, livelli elevati di colesterolo non sono l'indice che il nostro fegato è in grave difficoltà? Perché si fanno mille misurazioni ma questo indicatore così importante è contemplato solo come causa di arterosclerosi e non come indicatore della salute del fegato? L'intervento della medicina non è passare ad una dieta senza colesterolo (frutta e verdura) e fare una bella depurazione del fegato. Ci mancherebbe!... Meglio la pillola del colosterolo (velenosa) o le lecitine vegetali (utili ma non risolutrici).

In un altro passagio a pagina 208 il testo recita così:
I trigliceridi giocano un ruolo importante nelle patologie. Alti livelli di trigliceridi in circolo sono strettamente connessi all'arteriosclerosi, al rischio di infarto del miocardio e di ischemia cerebrale. Un'altra patologia causata dagli alti livelli di trigliceridi è la pancreatite.
Ultimamente un caro amico di famiglia ha subito l'asportazione del lobo sinistro del fegato perché in eccesso di calcoli ed affetto da pancreatite. Motivazione della patologia da parte dei medici... "non si sa, forse infezione virale." AH AH AH AH ...
Ma che cavolo hanno studiato all'università questi dottoroni!?! possibile che il troppo studio li renda del tutto ciechi???

Vorrei osservare che colesterolo e trigliceridi, vengono usati dal corpo per trasportare ed eliminare le tossine. Mi domando: "quando l'eccesso di trigliceridi viene conservato come riserva, formando la pancia, il salvagente, i fianchi, ecc. che indicatore è?" Secondo me indica inequivocabilmente l'accumulo di tossine, di un fegato in gravissima difficoltà (anche se le analisi dicono il contrario) e di un eccesso di grassi animali. Cioè "se il fegato non riesce più ad eliminare, stipa tutto nello sgabuzzino: la ciccia".

Chiudo osservando che il colesterolo è li precursore di ormoni steroidei (surreni) e sessuali (gonadi). Mi domando: "un eccesso di colesterolo non è che aumenta la carica aggressiva (adrenalina, noradrenalina dei surreni) ed iperattività sessuale (testosterone, ecc.)?". Come già avevo acccennato nel mio precedente post sulla carne, non mi sento di escludere questo legame sempre più evidente, e voi?

Per questa volta c'è anche fin troppo grasso che cola, quindi vi saluto fino al prossimo post.
Ciao a tutti!

mercoledì 5 gennaio 2011

Kauchacoff tradotto in parole povere ...

Nel post precedente ho allegato un articolo in inglese di Paul Kouchacoff. Visto che non si trovano riferimenti in merito in nessun sito italiano, per i non avvezzi alla lingua anglosassone, riporto la mia traduzione dell'articolo.

Faccio una breve premessa. Questo articolo sottolinea il risultato della ricerca degli effetti dei cibi cotti sul sangue, ma non prende in considerazione altri fattori, come il processo di digestione, come i sottoprodotti della digestione, come il potere nutritivo, ecc., degli alimenti considerati.
Quindi è un articolo di enorme interesse, ma pur sempre parziale.
Ed ora ... buona lettura!

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L'influenza della cottura degli alimenti sulla composizione ematica dell'uomo
di
Paul Kouchakoff (Suisse), M.D.
Dell’Istituto di Chimica Clinica, Losanna, Svizzera

Procedimento: Primo Congresso Internazionale di Microbiologia, Parigi 1930.

Traduzione a cura della Fondazione Lee per la ricerca nutrizionale, Milwaukee 1, Wisconsin

Traduzione italiana a cura di Stefano Gallone, Milano, Italia.

L'organismo vivente è molto sensibile a tutte le influenze nocive e reagisce contro di loro immediatamente. Lo vediamo quando facciamo un’analisi del nostro sangue durante semplici malattie infettive, quando sostanze estranee sono introdotte nel nostro sistema, ecc.. In tali casi il numero dei globuli bianchi cambia e il loro rapporto percentuale è alterato. Questa è una delle indicazioni di un processo patologico in corso nel nostro organismo. Anche dopo ogni razione di cibo, si osserva un aumento generale dei globuli bianchi, e un cambiamento del loro rapporto percentuale. Questo fenomeno è stato considerato, fino ad ora, fisiologico e si chiama leucocitosi digestiva. Usiamo, per il nostro cibo, alimenti crudi, prodotti alimentari alterati per mezzo di alte temperature e prodotti alimentari lavorati. Come fa, allora, ciascuno di questi alimenti preso separatamente ad agire sulla nostra formula ematica? Troviamo che, dopo aver ingerito alimenti crudi, né il numero di globuli bianchi, né il loro rapporto percentuale è cambiato. La semplice acqua potabile non bollita, acqua minerale, sale, diversi prodotti alimentari verdi, cereali, noci, miele, uova crude, carne cruda, pesce crudo, latte fresco, latte acido, burro - in altre parole, i prodotti alimentari nello stato in cui essi esistono in natura, appartengono al gruppo di quegli alimenti che non scatenano alcuna alterazione nella nostra formula ematica.
Dopo il consumo degli stessi alimenti naturali, alterati per mezzo di elevate temperature, troviamo che il numero complessivo dei globuli bianchi è cambiato, ma il loro rapporto percentuale è rimasto lo stesso.

Dopo il consumo di prodotti alimentari lavorati, non solo il numero di globuli bianchi è cambiato, ma anche il loro rapporto percentuale.

A questo gruppo appartengono zucchero, vino, cioccolato in tavolette, ecc.. Tutti i nostri esperimenti hanno dimostrato che non è la quantità ma la qualità del cibo che svolge un ruolo importante nella trasformazione della nostra formula ematica, e che 240 milligrammi o anche 50 milligrammi di prodotti alimentari producono la stessa reazione di grandi dosi degli stessi. Gli esperimenti dimostrano anche che la reazione nel nostro sangue avviene nel momento in cui il cibo entra nello stomaco, mentre la preliminare masticazione del cibo in bocca, riduce questa reazione.

Abbiamo già detto che gli alimenti crudi, modificati mediante le alte temperature provocano solo un aumento del numero complessivo dei globuli bianchi.

Ma questo fenomeno si verifica solo quando tali alimenti sono riscaldati al punto di ebollizione o si verifica lo stesso fenomeno a temperature più basse?
Sembra che ogni alimento abbia la sua propria temperatura da non oltrepassare con il riscaldamento, altrimenti perde le sue virtù originali e scatena una reazione nell’organismo. La semplice acqua potabile, riscaldata per mezz'ora a una temperatura di 87 °C non cambia la composizione del sangue, ma questa stessa acqua, riscaldata a 88 °C, la modifica. Abbiamo dato il nome di "temperatura critica" al più alto grado di temperatura al quale un determinato alimento, può essere cucinato per una mezzora a bagno-maria (metodo di mettere una vaschetta di alimenti in un altro tegame contenente l'acqua per stabilizzare il calore da trasferire al cibo), e mangiato, senza cambiare la nostra formula ematica. Questa temperatura critica non è la stessa per tutti gli alimenti crudi. Essa varia in un intervallo di dieci gradi. La più bassa temperatura critica per l'acqua è di 87°C; per il latte è 88°C; per i cereali, pomodori, cavoli e banane, 89°C; per le pere, carne, 90°C; per il burro, 91°C; per le mele e arance, 92°C; per le patate, 93°C; per le carote, fragole, fichi, 97°C. I nostri esperimenti dimostrano che è possibile contrastare l'azione di un alimento, una volta che la sua temperatura critica è stata superata. Esistono leggi rigorosamente definite per tutto questo, e la temperatura critica qui svolge un ruolo primario. Infatti se un alimento cotto viene mangiato con lo stesso prodotto allo stato grezzo non c'è reazione.

Il prodotto crudo neutralizza l'azione che questo stesso prodotto cotto, per il quale è stata superata la sua temperatura critica, avrebbe scatenato. In altre parole, il prodotto crudo può, per così dire, ristabilire le virtù del prodotto alterato da una temperatura elevata. Una ri-attivazione è possibile anche quando due alimenti diversi sono ingeriti, ma con una condizione: la loro temperatura critica deve essere la stessa, oppure la temperatura critica del prodotto crudo deve essere superiore alla temperatura critica di quello surriscaldato.

Se la temperatura critica di un alimento crudo è inferiore a quella dell’alimento surriscaldato, la reazione si scatenerà sicuramente; in questo caso, anche l'aumento della quantità degli alimenti crudi non aiuta.

Questa legge rimane la stessa anche quando il prodotto crudo viene mischiato con diversi altri surriscaldati dalla stessa temperatura critica. Se diversi alimenti cotti vengono ingeriti, ciascuno con una diversa temperatura critica, insieme a cibo crudo, la reazione avviene ugualmente, anche se l’alimento crudo ha una temperatura critica superiore a quella di alcuni degli alimenti cotti.

Ora passiamo al 3 ° gruppo di alimenti, come lo zucchero, vino, ecc.,  ottenuti da processi produttivi complessi, e che producono la doppia reazione nel nostro organismo. Questi prodotti possono essere consumati senza scatenare alcuna reazione, ma solo quando vengono introdotti nel nostro organismo congiuntamente con almeno due alimenti crudi di una diversa temperatura critica. Anche un solo prodotto grezzo ha un effetto benefico su questo 3 ° gruppo, e li priva di una delle loro proprietà, cioè la capacità di alterare il rapporto percentuale dei globuli bianchi.

Per quanto riguarda le proporzioni in cui gli alimenti crudi devono essere aggiunti agli alimenti cotti, vi è un minimo non riducibile. Per l'acqua, per esempio, è del 50%.

CONCLUSIONI: Dopo più di 300 esperimenti su dieci individui di diversa età e sesso, siamo giunti alle seguenti conclusioni:
  1. L'aumento del numero di globuli bianchi e l'alterazione del loro rapporto percentuale che ha luogo dopo ogni pasto, e che è stato considerato finora come un fenomeno fisiologico, è, in realtà, qualcosa di patologico. Esso è scatenato dall'introduzione nel sistema dei prodotti alimentari alterati per mezzo di alte temperature e da trattamenti complessi dei semplici prodotti della natura.
  2. Dopo il consumo di prodotti alimentari freschi crudi, prodotti dalla natura, la nostra composizione ematica non cambia in alcun lasso di tempo, né in conseguenza di qualsiasi combinazione.
  3. Dopo il consumo dei prodotti alimentari naturali, ma modificati per mezzo di alte temperature, si manifesta un aumento del numero generale dei globuli bianchi, ma il loro rapporto percentuale rimane lo stesso.
  4. Dopo il consumo di prodotti alimentari naturali alterati dai processi di produzione industriale, si manifesta un aumento del numero complessivo dei globuli bianchi, nonché un cambiamento nel loro rapporto percentuale.
  5. E 'stato dimostrato che è possibile ingerire, senza cambiare la composizione ematica, ogni genere di prodotti alimentari che è abitualmente consumata, ma solo seguendo questa regola: - devono essere ingeriti insieme agli alimenti crudi, secondo la formula descritta.
  6. In un organismo sano, con il consumo di un alimento, non è possibile modificare il rapporto percentuale dei globuli bianchi, senza aumentare il loro numero complessivo.
  7. Gli alimenti non sembrano avere alcuna influenza sulla eosinofilia transizionale e polimorfonucleare (variazione dei leucociti, ndt) ed il loro rapporto percentuale non è alterato.
  8. Possiamo cambiare la nostra formula ematica nella direzione che desideriamo con la dieta opportuna.
  9. L’esame del sangue può essere significativo, come diagnosi, se è fatto a stomaco vuoto.

Alimento
Temperatura critica (°C)
L'acqua potabile
88°C
Latte
88°C
Cereali
89°C
Pomodori
89°C
Cavolo
89°C
Banane
89°C
Burro
91°C
Mele
92°C
Arance
92°C
Patate
93°C
Carote
97°C
Fragole
97°C

Ristampa No. 101
prezzo 100 centesimi
Fondazione Lee per la Ricerca Nutrizionale,
Milwaukee 1, Wisconsin

martedì 4 gennaio 2011

La verità nuda e cruda ...

Ciao a tutti cari amici. L'assenza è stata lunga, ma ho dei buoni motivi: sto studiando naturopatia e sto preparando chimica (inorganica, organica e biochimica) oltre a lavoro e famiglia. L'impegno quindi è grande. Inoltre ho cercato sul WEB a 360 gradi per fornirvi delle informazioni scientifiche sui contenuti che seguono.

Prima qualche novità. Ho inserito un bel plug-in che vi permette di ascoltare il post senza doverlo leggere. E' un lettore automatico gratuito, a mio parere abbastanza buono, anche se a volte è spassoso. Adesso veniamo a noi.

La tesi del post è che il cibo crudo è più digeribile, salutare e nutriente di un cibo cotto. Ma cominciamo dall'inizio.

Intanto crudo significa non cotto, cioè, secondo le temperature presenti nel nostro abitat naturale, non abbia superato i 50 gradi centigradi.

Tutti sanno che la cottura distrugge le vitamine, la quota è di circa 80% di vitamine "bruciate" sul totale (alcune anche al 100%). Ma non tutti sanno che ciò che perdiamo a temperature superiori a 40-45 gradi sono gli enzimi.

Cosa sono gli enzimi?! ...

Gli enzimi sono dei catalizzatori, acceleratori, di reazioni chimiche e biochimiche. Accelerano la reazione interessata fino a 1000 volte, abbassando al minimo l'energia necessaria per l'attivazione. Quindi una reazione che necessita di una temperatura elevata per l'attivazione e si svolge in un secondo, con l'enzima giusto potrebbe impiegare un millesimo di secondo a temperatura ambiente.
Capite bene che gli enzimi per la nostra vita sono di importanza fondamentale, visto che nel nostro organismo avvengono molte migliaia di reazioni chimiche.
Da notare che gli enzimi non si consumano durante il loro lavoro, ma i coenzimi (cioè elementi chimici necessari alla funzione specifica dell'enzima) si. Questo porta ad un aumento dei tempi di digestione (insieme di reazioni chimiche il cui obiettivo è liquefare le sostanze solide per essere assorbite dai tessuti) ed un impiego molto superiore di energia. Infatti i cibi crudi contengono al loro interno gli enzimi per la propria digestione. Perfezione della natura!


L'altro aspetto è che i cibi cotti si "svuotano" di acqua e relativi sali minerali. Questo è facile verificarlo. Mettete in una pentola della foglia verde, per esempio spinaci freschi, e fateli cuocere. Il volume diminuirà moltissimo, ma in compenso avrete un "sughino", cioè l'acqua fuoriuscita dalla pianta. Ora, quell'acqua uscendo ha trascinato via i sali minerali, che però non sono più assorbibili come dalla pianta nel suo stato originale.

Un'altra cosa interessante che forse non tutti sanno è che il cibo cotto viene riconosciuto dall'organismo umano come un "aggressore". Infatti Paul Kouchacoff nel '30 scopre attraverso alcuni esperimenti che se una persona ingerisce cibo cotto, aumenta il numero e la concentrazione di leucociti nel sangue. La stessa reazione che si ha quando si subisce una aggressione da un agente esterno patogeno. Questo ci dice che il cibo cotto non solo è poverissimo di nutrienti (perdita di proteine, vitamine, enzimi e minerali) ma inoltre è non compatibile con l'organismo umano.

Ci poniamo quindi la domanda: perché cuciniamo?

Al dubbio rispondo che, secondo me, è solo una questione culturale, psicologica e di mal'informazione, come càpita spesso in questi casi. Un esempio su tutti, i peperoni: quelli crudi risultano molto più digeribili di quelli cotti (vedi la squisita ma "pesante" peperonata).  Così è per la maggior parte degli ortaggi e delle verdure. Io credo che la consistenza "pre-masticata" un po' molliccia di un cibo cotto ci induca a pensare che sia più digeribile. In effetti in natura i cibi più morbidi (acquosi, come la frutta) sono più facili da mangiare: un caco maturo è più semplice da mangiare ed assimilare di una carota che bisogna masticarla energicamente.
Oppure forse perché con la cottura rendiamo commestibili alimenti che per natura non dovremmo mangiare? (la melanzana ne è un esempio). Io credo che non dovremmo mangiare cibi che necessitano di cottura. Questo perché non è un procedimento presente in natura, e la nostra leucocitosi ne è una dimostrazione oggettiva.

La mia tesi è che la cottura, processo di ossidazione ad alta temperatura, cambia la natura del cibo con l'obiettivo di migliorarne la conservazione. Il fatto è che poi a questa conservazione ci si è abituati, come tante altre cose, ma l'organismo non vi si è adattato.
Credo anche vera l'idea che la vita può nascere solo dalla vita. Se cuciniamo un cibo questo verrà ucciso (facile dimostrarlo: prendete un seme, ne fate un bollito, poi lo piantate... niente. Non crescerà niente). Il cibo vivo è ricco di vitamine, enzimi, di acqua-organica, di minerali-organici, cellule integre, ecc. ecc. ... Da questo cibo nasce la vita, e la salute. Dal cibo morto, non nasce nulla, e si sviluppa la malattia.

Però c'è un modo per poter godere anche del cibo cotto senza abusare troppo del nostro organismo e del sistema immunitario. Il trucco sta nel mangiare almeno il 51% in peso a crudo di cibo crudo, ingerendolo prima dei cibi cotti oppure dello stesso tipo contemporaneamente. Quindi ad esempio aprire il pasto sempre con una abbondante insalata verde (o di ortaggi misti) prepara l'apparato digerente ad accettare il cibo cotto. Infatti la leucocitosi in questo caso ha un andamento più modesto.

Per capire se tutto ciò ha un fondo di verità non resta che informarsi autonomamente o sperimentare (... che non fa male). Potete consultare qualche articolo specifico oppure iniziare da questo di Kouchacoff che vi allego di seguito (...che fatica trovarlo!):




Per concludere, voglio lasciarvi un semino... vivo. Dopo queste feste che hanno messo a dura prova gli apparati digerenti di tutti, per dare un po' di sollievo all'organismo (... e ve ne sarà grato) fate un paio di settimane a sola frutta e verdura crude combinate nel modo giusto. Di certo vi sentirete meglio ad ogni pasto e magari andrà meglio anche qualche acciacchìno.